Sassari 2009

da | Nov 29, 2010 | Archivio Convegni

XII Convegno AIAM 2009

“Clima e agricoltura: strategie di adattamento e mitigazione

Sassari (SS), 15 – 17 giugno 2009

Introduzione:

Dal 15 al 17 giugno 2009 si terrà a Sassari, presso la Facoltà di Agraria, il 12° Convegno Nazionale di Agrometeorologia dedicato quest’anno a Clima e agricoltura: strategie di adattamento e mitigazione. Nel corso del convegno saranno discusse le tematiche del clima e dei cambiamenti climatici nei sistemi agrari e forestali, della modellistica e della strumentazione agrometeorologica utilizzata per questo tipo di studi nonché, come da tradizione, le attività che i servizi svolgono o possono svolgere in questo campo.

L’agricoltura gioca tuttora un ruolo importante in Italia sia da un punto di vista sociale che economico. La dimensione economica del complesso agroalimentare nel 2007 è stimata in circa 240 miliardi di euro, pari al 15.7% del PIL nazionale. Il contributo dell’agricoltura in senso stretto alla formazione del valore aggiunto dell’economia italiana si è mantenuto intorno al 2%, avvicinandosi all’incidenza che si osserva nei Paesi dell’Europa centro-settentrionale, pur con le note differenze territoriali: nel Centro-Nord, infatti, l’agricoltura pesa per l’1.6% in termini di valore aggiunto e per il 3.9% in termini di unità di lavoro, mentre al Sud tali valori salgono, rispettivamente, al 3.6% e 9.1%. Si tratta comunque di un’incidenza di gran lunga superiore a quella riscontrabile in UE25, UE27 e USA. Ancora, in termini di produzione agricola, l’Italia contribuisce con il 13.2% al totale dell’UE27 (seconda alla sola Francia).

Nel prossimo futuro, il clima e le sue variazioni avranno impatti sempre più significativi sul settore primario e, nel contempo, la dimensione economica dell’agricoltura sarà messa a dura prova dal valore sempre più marginale delle sue principali risorse: l’acqua e la terra. Infatti, la prevedibile, anche se modesta, crescita economica e la crescita demografica cui assisteremo nel prossimo futuro determineranno un aumento dei prezzi della terra, mentre le previste variazioni del clima aumenteranno la marginalità economica della seconda più importante risorsa in agricoltura, l’acqua. Per questi motivi, nel corso di questo secolo l’agricoltura, per come la conosciamo, avrà sempre meno spazio e sarà soggetta a inevitabili cambiamenti.

Per mantenere le proprie posizioni, l’agricoltura italiana dovrà migliorare la propria “produttività” in una situazione di risorse naturali (terra e acqua) sempre meno disponibili per il settore e, nello stesso tempo, dovrà garantire una sempre più elevata qualità dei prodotti. Tutto ciò in uno scenario consolidato di tassi di crescita delle rese nei paesi sviluppati ormai prossimi allo zero per gran parte delle colture: con l’eccezione dell’Africa, dove il progresso tecnologico può ancora garantire ampi margini di miglioramento, la rivoluzione verde ha ormai esaurito la propria spinta propulsiva.

Un recente studio sugli impatti macroeconomici degli scenari climatici prospettati per l’Italia in questo secolo ha evidenziato come, da qui al 2050, i settori più a rischio siano quello energetico, quello agricolo e quello dei servizi, con perdite della produzione complessiva variabili tra l’1 e il 3%. Le politiche di adattamento e mitigazione dei possibili impatti dei cambiamenti climatici devono tener conto di questo scenario, promuovendo e supportando (i) le innovazioni basate su una pluralità di conoscenze organizzate (knowledge-intensive), (ii) le produzioni di elevato valore, e (iii) l’uso sostenibile ed efficiente delle risorse naturali (acqua e terra in primo luogo).
AIAM 2009: perché a Sassari? Andiamo con ordine e facciamo un po’ la storia di questa realtà.

A partire dagli anni ‘90, a Sassari si sono concentrate attività di ricerca, di didattica e di servizio che ormai costituiscono, nel loro insieme, una vera e propria “scuola – laboratorio” riconosciuta a livello internazionale e in grado di intervenire autorevolmente nel dibattito tecnico e scientifico sui cambiamenti climatici e sulle tematiche agrometeorologiche.

L’intuizione che il settore primario sarebbe stato fortemente condizionato nei decenni successivi da possibili crisi climatiche è stata alla base dell’istituzione, nel 1990, del Dottorato in Agrometeorologia presso l’Università di Sassari. Questo dottorato ha a suo tempo rappresentato, nell’ambito delle Scienze Agrarie, l’unico esempio di formazione post-laurea pluridisciplinare, con il coinvolgimento di competenze di altre Facoltà. In quegli anni, l’Università di Sassari ha così risposto alle numerose esigenze didattiche e di ricerca di un settore che andava assumendo un’importanza crescente a livello internazionale, ma non trovava negli Atenei italiani progetti sistematici di ricerca o insegnamenti specifici. Infatti, le poche azioni significative derivavano da iniziative sporadiche e personali di singoli docenti e ricercatori.

Agli stessi anni risale l’Istituto di ricerca di Agroinformatica (IAGRIN) del Consorzio Ricerche Sardegna (CORISA): un’impresa pionieristica (ha mosso i primi passi a metà degli anni ‘80) che, attraverso un’intensa opera di alta formazione e di investimenti, ha creato le premesse per la realizzazione, negli anni ‘90, di altre iniziative nel campo della ricerca e dei servizi operativi. Da un lato la costituzione di un nuovo Istituto di ricerca, l’Istituto per il Monitoraggio degli Agroecosistemi – CNR IMAes dall’altro la progettazione e realizzazione del Servizio Agrometeorologico della Sardegna (SAR).

A seguito dell’opera di riorganizzazione della rete scientifica CNR, il primo è ora una delle quattro sedi dell’Istituto di Biometeorologia (CNR – IBIMET) e il suo interesse scientifico è indirizzato allo sviluppo di metodi di monitoraggio e modelli di analisi degli ecosistemi mediterranei. L’attenzione è rivolta a tematiche rilevanti a livello locale ma con una valenza più generale per l’area mediterranea quali, ad esempio, gli incendi boschivi, l’impatto dei cambiamenti e delle variazioni climatiche nei sistemi agro-forestali, l’erosione in ambienti agrosilvopastorali, ecc.

Nel campo dei servizi operativi, le strutture e il personale del SAR sono recentemente confluiti nell’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Sardegna (ARPAS), dove svolgono le attività del Dipartimento Specialistico Regionale Idrometeoclimatico, con lo specifico scopo di raccogliere dati ambientali e produrre previsioni ai fini della conoscenza dei fenomeni meteorologici, idrologici e climatologici.

Per completare la storia della realtà che ospita AIAM 2009, dobbiamo infine arrivare all’ultima sfida: il Centro euro-Mediterraneo per i Cambiamenti Climatici (CMCC), struttura di ricerca scientifica (con unità operative a Lecce, Bologna, Venezia, Milano, Capua e Sassari) che si prefigge di approfondire le conoscenze nel campo della variabilità climatica, le sue cause e le sue conseguenze, attraverso lo sviluppo di simulazioni numeriche con modelli globali del Sistema Terra e con modelli regionali.

L’attività di ricerca svolta a Sassari rientra nei compiti della Divisione IAFENT (Impatti sull’Agricoltura, Foreste ed Ecosistemi Naturali Terrestri) e riguarda in particolare lo studio degli impatti dei cambiamenti climatici sull’uso del suolo, sull’agricoltura e sui sistemi naturali.
Chiudendo il cerchio di questa breve storia, vogliamo infine ricordare che dal 2008 il Corso di Dottorato in Agrometeorologia fa parte della Doctorate School in Global Change Science and Policy (ChangeS), un consorzio di tre Università italiane (Ca’ Foscari, Salento e Sassari) costituito in collaborazione con il CMCC con lo scopo di promuovere e coordinare studi avanzati su impatti e politiche dei cambiamenti climatici.

Questa è la storia e queste sono anche le motivazioni che hanno reso un dovere e un piacere ospitare a Sassari questa iniziativa dell’Associazione Italiana di AgroMeteorologia, giunta ormai alla sua dodicesima edizione.

Donatella Spano, Pierpaolo Duce, Giuseppe Bianco

Sessione I – Clima e cambiamenti climatici nei sistemi agrari e forestali:

Sessione II – Modellistica e strumentazione agrometeorologica:

Sessione III – Le attività dei servizi:

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